Ad affermarlo è stato il Alessandro Quasimodo, figlio di Salvatore Quasimodo, allo scrittore Pierfranco Bruni relativamente alla notizia pubblicata ieri dalle agenzie di stampa che hanno sottolineato l’eccezionalità della scoperta.
“I manoscritti non sono affatto una scoperta. Sono stati donati da mio padre quando ha tradotto per Taranto tutto Leonida. Ha fatto una copia manoscritta che ha donato alla biblioteca. Si tratta di testi che sono stati già pubblicati e che esistono anche in altra copia. Niente di sensazionale. Non vedo il motivo del clamore di questa scoperta. Non c’è nessuna scoperta”. Queste le parole di Alessandro Quasimodo nel corso della conversazione avuta oggi con lo scrittore Pierfranco Bruni il quale aveva già espresso perplessità circa l’eccezionalità di questi manoscritti in occasione delle celebrazioni quasimodiane avvenute nel gennaio del 2019 al MarTa, sede ufficiale del Mibact. “Si commettono spesso errori di interpretazione. La questione della eccezionalità degli scritti “inediti” di Salvatore Quasimodo presenta diversi risvolti. Non voglio assolutamente polemizzare. Ma occorrerebbe un po’ più di attenzione ad usare le parole e a testimoniare i fatti. La cultura non é mai improvvisazione. Quando diventa tale si vedono e si sentono le conseguenze. Non è un fatto eccezionale. Capisco il particolare momento per Taranto e l’entusiasmo é giusto e bello. Ma un po’ di attenzione e scientificità é rigoroso che ci siano. Prima valutare, analizzare, confrontate le fondamenta e poi lanciare. La cultura richiede serietà serenità e pensiero. Nulla più si improvvisa in cultura”, ha dichiarato lo Pierfranco Bruni, già direttore Mibact.
Stefania Romito
giornalista, scrittrice