Un “Piano Marshall” per l’agricoltura italiana – e quella pugliese – nei primi 100 giorni del prossimo governo nazionale.
È ciò che Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani e presidente di CIA Puglia, ha illustrato all’onorevole Maria Spena, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, alla quale ha sottoposto il programma di interventi che la Cia reputa necessari a sostenere e rilanciare l’agricoltura.
«L’agricoltura sta attraversando una ‘guerra’: prima i due anni di pandemia, poi le conseguenze del conflitto in Ucraina e l’impennata spaventosa di tutti i costi di produzione tra energia, gasolio e materie prime, senza dimenticare l’incidenza di calamità naturali e lo squilibrio di forze tra la produzione primaria da una parte e GDO e parte industriale dall’altra. Per questo ho parlato di Piano Marshall, occorre venire fuori dalle macerie di una crisi senza precedenti», ha spiegato Sicolo.
Nei primi 100 giorni del nuovo governo nazionale, dunque, CIA Agricoltori Italiani chiede alcune cose precise: nomina di un commissario con poteri straordinari per azioni immediate di ripresa del contrasto all’avanzare della Xylella; rifinanziamento del Piano di Rigenerazione olivicola per le zone colpite dal batterio che distrugge l’olivicoltura del Salento e minaccia di estendersi alla parte centrale della Puglia; decreto d’urgenza per il settore cerealicolo, sul modello di quanto appena fatto per il riso, in modo da ristorare i produttori che in Puglia e in ogni parte d’Italia hanno subito un crollo delle rese di grano.
Il Piano Marshall riguarda anche i settori ortofrutticolo, florovivaistico, vitivinicolo e zootecnico che sono tra quelli più colpiti dalla ‘tempesta perfetta’ creata dal combinato disposto di fattori strutturali e congiunturali abbattutisi sulle aziende agricole.
«Sempre nei primi 100 giorni, e con determinazione e continuità nel primo anno della nuova legislatura e in quelli a seguire, “occorre affrontare seriamente la questione della GDO – ha aggiunto Sicolo – I consumatori, che si vedono raddoppiati o addirittura triplicati i costi degli alimenti, non sanno che dal campo al supermercato i prezzi aumentano di 10 o anche di 20 volte. Lo abbiamo dimostrato con il caso clamoroso delle ciliegie, pagate 1 euro al produttore e rivendute fino a 10-12 euro al chilo nei supermercati, ma c’è il caso latte che è attualissimo, come quello della pasta o del pane che in Piemonte è arrivato a oltre 5 euro al chilo. Sono cifre folli, ma sono una parte infinitesimale di quei prezzi va a remunerare il lavoro degli agricoltori».
«Se vogliamo utilizzare le parole di un grande italiano, Gino Bartali, potremmo dire che nell’attuale situazione dell’agricoltura italiana, e quella pugliese purtroppo non fa eccezione, ‘è tutto sbagliato, è tutto da rifare’. Questo soprattutto per l’approccio che la politica ha avuto nei confronti del comparto primario. Un approccio tra un atteggiamento superficiale e uno punitivo. Un approccio senza senso che, negli ultimi 10 anni, ha fatto scomparire un terzo delle imprese agricole, come ha evidenziato il settimo censimento generale dell’agricoltura. In un decennio, abbiamo perso un’azienda su tre».