«Superata la fase di stanca, dopo un lungo periodo di fermo della produzione, nelle ultime ore, si registra il completamento del rientro a lavoro a gruppi nello stabilimento Leonardo di Grottaglie. Mesi nei quali il management ha fatto ricorso ad un massiccio utilizzo della cassa integrazione, che ha avuto un impatto devastante sulle finanze dei lavoratori e delle loro famiglie, nonostante l’integrazione salariale da parte aziendale».
È quanto rivela la Fim Cisl Taranto Brindisi, attraverso il segretario generale Michele Tamburrano e l’operatore Celestino Bruni.
«È arrivato il momento di dare seguito all’accordo sottoscritto nel mese di gennaio 2022 – aggiunge Tamburrano – quando, in quell’occasione, solo la segreteria territoriale della Fim Cisl Taranto Brindisi unitamente alla propria Rsu decise di avallare quanto sottoscritto dalle strutture sindacali nazionali. Diventa necessario adoperarsi sin da subito, per non impattare sul salario dei lavoratori nel prossimo anno, oltre ad accelerare nel percorso di diversificazione della produzione. Nei prossimi giorni incontreremo nuovamente l’azienda; sarà l’occasione per effettuare una verifica sui carichi di lavoro per il 2023 e sullo stato di avanzamento dell’industrializzazione dei nuovi programmi Vertical ed Euromale».
C’è un in clima di attesa in casa Fim Cisl.
«Siamo fiduciosi nelle notizie che potrebbero emergere dall’incontro del coordinamento nazionale perché, nonostante il negativo contesto storico che stiamo vivendo – sostiene Celestino Bruni – il mercato aeronautico da segnali evidenti di ripresa. L’accordo siglato nel mese di gennaio 2022 prevedeva la cassa integrazione solo per l’anno in corso e questo per noi rappresenta un punto fermo nella discussione. Se nel 2023 dovessero essere confermate giornate di vuoto lavoro, invece, sarà necessario ricorrere ad azioni gestionali non invasive sulle tasche dei lavoratori come chiusure collettive, smonetizzazione festività, compensazioni territoriali e formazione. In nessun modo possiamo più avallare l’utilizzo di ammortizzatori sociali, che costringerebbero i lavoratori a subire due volte il peso della crisi con stipendi dimezzati e bollette e alimenti raddoppiati».
Celestino Bruni, infine, avverte: «Se il management di Leonardo dovesse continuare ad inseguire, come unico strumento di gestione, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, chiederemo con forza l’integrazione aziendale al 100% per garantire il pieno stipendio».
Ufficio stampa Fim Cisl