Mentre i lavoratori dell’indotto ex Ilva, pressati dai debiti, fanno fatica ad andare avanti, industriali e ministri discutono sul futuro di Taranto, evitando ogni forma di confronto con le associazioni di categoria delle piccole imprese.
Si è svolto pochi giorni fa infatti a Manduria un forum su Innovazione e Turismo al quale erano presenti tra gli altri Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, Mara Carfagna, ministro per il Sud e la coesione territoriale, Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia e Carlo Bonomi, presidente di Confindustria.
«Riteniamo inaccettabile e irrispettosa -commenta Giacinto Fallone, referente degli autotrasportatori iscritti a Casartigiani Taranto, la scarsa sensibilità nei nostri confronti. Avremmo voluto a avere un confronto con i rappresentanti di Governo e con i vertici di Confidustria, ma evidentemente i nostri problemi non sono tra le loro priorità».
Gli autotrasportatori, come tutti i lavoratori dell’indotto, vivono nell’incertezza del futuro. «Si continua a non rispettare le scadenze e a non pagare i fornitori. Ogni mese siamo costretti ad elemosinare i nostri pagamenti. – fa presente Fallone – Le commesse poi, sono notevolmente diminuite».
A fronte di questo scenario, «l’azienda continua ad inquinare ed il Governo invece di fare gli interessi della nostra comunità, attende la decisione del Consiglio di Stato sullo spegnimento o meno degli impianti. Pretendiamo invece che lo Stato prenda immediati provvedimenti. È in ballo il futuro dello stabilimento e di migliaia di famiglie. È in ballo il futuro di Taranto».
Critica la posizione di Fallone anche in merito alle recenti dichiarazioni di Emiliano che considera inevitabile la chiusura dell’area a caldo.
«Vorremmo che il Governatore ci spiegasse come intende alimentare l’area a freddo, chi dovrebbe eseguire le bonifiche, che fine faranno i dipendenti impiegati, quanto tempo è necessario per rendere operativi i forni elettrici. Gradiremmo che si facesse chiarezza sulle sorti dello stabilimento siderurgico e dei lavoratori che gravitano intorno alla fabbrica».
A tal scopo, Casartigiani pretende risposte immediate, non più procrastinabili.
«Siamo favorevoli alla promozione turistica del territorio e allo sviluppo di grandi progettualità per il rilancio socio economico della città ma esistiamo anche noi. Alla luce delle recenti vicende giudiziarie, abbiamo bisogno che le nostre voci siano ascoltate. Al Prefetto e ai Ministri chiediamo che si apra un confronto serio con le imprese del territorio, troppo spesso dimenticate. Ora o mai più».