Il quotidiano, “Il Sole 24 Ore” ha pubblicato ieri, 13 giugno, un articolo dal titolo, “Per le triennali la scelta è locale per le magistrali pesa il ‘brand’” la classifica degli atenei italiani fotografati secondo la scelta degli studenti iscritti ai corsi di laurea triennali e magistrali.
Come si ricorderà, da più di vent’anni, i percorsi di formazione universitaria sono stati trasformati dalla riforma del 3+2 che ha introdotto la laurea triennale a cui segue, in molti casi, quella magistrale.
La classifica riporta, riflettendo la comparazione temporale: 2012-13 con 2020-21, appositi indicatori determinati dal rapporto, iscritti magistrali/iscritti lauree triennali. Con essi disegna la vocazione dell’ateneo verso maggiori quote di studenti alle lauree magistrali, triennali, oppure “ibride”.
Il Politecnico di Bari, classificato nella categoria intermedia, “ibride”, con coefficiente, 0,96 (dato 2020-21), risulta il miglior ateneo del sud per propensione verso le lauree magistrali. Le altre università pugliesi sono inglobate nella categoria a vocazione lauree triennali.
Le valutazioni de “Il Sole 24 Ore” non sono di poco conto. Si registra infatti una migrazione di studenti da ateneo ad ateneo secondo il doppio percorso di studio. Non sono pochi gli studenti che scelgono un ateneo su scala locale per un corso di laurea triennale e successivamente dopo la laurea si iscrivono ad altro ateneo per ottenere la laurea magistrale a beneficio del proprio curriculum. Lo studente infatti, che ha conseguito la laurea triennale e magistrale in due università diverse, si presenta sul mercato del lavoro a suo vantaggio, con l’ultimo titolo ricevuto da quella università più riconosciuta e con un brand superiore.