“Facendo seguito all’intervento presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Taranto con il quale venivano denunciate le discriminazioni attuate nei confronti dei lavoratori in materia di applicazione della CIGO COVID-19, più volte segnalate attraverso comunicati all’indirizzo dell’azienda ArcelorMittal, si vuol riportare quanto ancora stia accadendo in fabbrica: in data 18 settembre u.s. l’azienda, in maniera unilaterale, ha deciso di ridurre ulteriormente il regime produttivo adducendo quale motivazione la riduzione degli ordini”. Lo ha dichiarato in una nota il Segretario Nazionale UGL Metalmeccanici Antonio Spera. “Tale atteggiamento che si protrae dal mese di luglio del 2019 ed esasperato con l’emergenza COVID a partire da febbraio 2020, sta minando la stabilità economica e psicologica dei lavoratori, sia diretti che dell’indotto, senza dimenticare coloro che sono in ILVA ancora in Amministrazione straordinaria. La casualità – prosegue Spera – ha voluto che due nostri colleghi lavoratori in ArcelorMittal, abbiano deciso di porre fine alla propria esistenza e che solo per fatalità non si è dovuto piangere le spoglie di altri colleghi a causa dei numerosissimi incidenti che continuano ad accadere nello stabilimento, a causa della mancanza di manutenzione degli impianti oramai degradati.
In merito all’applicazione della CIGO COVID-19, per la quale ricordiamo non esserci accordo sindacale e gestita in maniera del tutto arbitraria da parte di ArcelorMittal, la legge stabilisce che ‘l’omessa determinazione dei criteri di rotazione del personale da sospendere comporta l’illegittimità del provvedimento di concessione del trattamento’. Inoltre l’erogazione della stessa viene effettuata sic et simpliciter da INPS, senza che la stessa verifichi i corretti criteri di applicazione. Sempre per dovere di cronaca, si vuol rammentare che in data 15 novembre 2019 la Procura di Milano ha aperto un fascicolo atto ad accertare se nell’esecuzione del contratto di affitto dell’ex Ilva, siano state attuate condotte rilevanti sul piano penale che abbiano causato un eventuale depauperamento del ramo d’azienda. Ha poi fatto seguito il 16 novembre 2019, un atto da parte della Procura di Taranto che ha aperto un’inchiesta, modello 44 contro ignoti, traendo spunto dal ricorso dei commissari Ilva su ArcelorMittal per la gestione del siderurgico, ipotizzando il reato contemplato nell’art. 499 del Cod. Pen. di distruzione di materie prime o di mezzi di produzione con danno all’economia nazionale.”
“In tutto questo – continua Spera – si denuncia la latitanza del Governo che, tra false promesse ed esternazioni propagandistiche elettorali, non vuole o non riesce ad affrontare una vertenza come quella in questione in modo serio e risolutivo che possa, e debba, placare il clima di rabbia ed evitare una carneficina sociale, se non una bomba sociale senza precedenti. I lavoratori diretti dello stabilimento, dell’indotto e dell’ILVA in Amministrazione Straordinaria sono stati lasciati soli, alla mercé di una multinazionale oramai lontana dai ‘buoni propositi’ iniziali e arroccata su posizioni totalitarie alle quali nè il Governo, nè la Magistratura, nè l’INPS intervengono per porre in essere le giuste azioni di salvaguardia dei lavoratori e delle loro famiglie, dei cittadini di Taranto ma anche della fabbrica, che è ancora di proprietà dello Stato Italiano. Per quanto sopra riportato in maniera sintetica ma supportata da elementi oggettivi – conclude Spera – l’UGL Nazionale Metalmeccanici chiede l’intervento urgente degli organi competenti tutti per riportare a condizioni di normalità il sito produttivo di Taranto, così come quello di Genova e Novi Ligure, ed evitare azioni fuori controllo che non possono che esasperare ancor di più gli animi”.