In occasione del 25 Novembre, ribadiamo che la libertà può nascere solo dal rispetto: si comincia da qui, dal potente valore della parola “rispetto” per mettere all’angolo la violenza sulle donne.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita per sensibilizzare un tema, purtroppo, sempre attuale e quotidiano che ha visto un particolare incremento con l’emergenza Covid-19 e il confinamento forzato nelle mura domestiche.
Le stesse Nazioni Unite hanno definito questo fenomeno come “pandemia ombra” per sottolineare come questo effetto sia incrementato in parallelo alla diffusione della pandemia sanitaria.
Oggi in Italia sono 103 le donne uccise dall’inizio dell’anno 2021, di cui 87 uccise in ambito familiare e affettivo.
In particolare, 60 sono state uccise dal partner o dall’ex partner. Il carnefice è nella maggioranza dei casi il marito, il convivente, l’ex compagno e solo in minima parte uno sconosciuto.
Il femminicidio non ha colore, né religione, né censo e colpisce in ogni regione d’Italia. Questa è, però, solo la punta dell’iceberg di una gravissima situazione di difficoltà nella quale si trovano spesso le donne di tutto il mondo perché la violenza contro le donne è l’esito di un contesto sociale che pone Uomini e Donne in una relazione di disparità e subalternità. Pertanto non è da considerarsi un fatto privato ma “Chi colpisce una donna colpisce tutti”.
Quando si parla di violenza contro le donne, non si deve intendere unicamente la violenza fisica. Ci sono varie forme di violenza di uguale gravità come la violenza sessuale, la violenza psicologica, la violenza economica, lo stalking, ecc…
Inoltre è necessario anche ricordare che la violenza sulle donne non lascia il segno solo sulle donne, ma è necessario porre l’attenzione sui figli che vivono in un contesto familiare violento. Le violenze fisiche sono spesso il risultato di anni di soprusi, dolori e violenze verbali. I bambini che crescono in questi contesti sono a maggior rischio di riproporre i modelli comportamentali e giudizi appresi all’interno della famiglia.
Noi donne e uomini del PD di Massafra pensiamo che il cambiamento debba venire soprattutto sul piano culturale e delle relazioni tra le persone.
Per far sì che questo avvenga, servono però azioni concrete e di impegno da parte di tutti: cittadini e cittadine, operatori, media, istituzioni nazionali e locali, forze politiche e sociali, associazioni e centri antiviolenza.
Oggi manca ancora un serio monitoraggio dei dati del fenomeno, mancano risorse adeguate, manca la prevenzione nelle scuole e una corretta informazione nei media, manca una formazione idonea per gli operatori della sanità, della giustizia e delle forze dell’ordine, va creata una rete e una sinergia nei territori tra tutte le istituzioni e le associazioni.
Tutto ciò per battere la violenza ma soprattutto per promuovere una nuova cultura fondata sulla Libertà, sul rispetto reciproco e l’autonomia femminile, un pensiero e un modo diverso di stare insieme per gli uomini e per le donne, un modo diverso di guardare al mondo per cambiarlo.
Partito Democratico di Massafra