Partecipata oltre ogni attesa la Messa esequiale di Franco Silvestri, oggi pomeriggio a San Leopoldo officiata dal Parroco don Michele Quaranta, a cui le figlie hanno voluto affidare l’ultimo saluto al padre.
Nel suo messaggio don Michele con dovizia di riferimenti alla vita di Franco Silvestri, ha ricordato la statura morale e culturale, l’impegno civico e professionale, l’uomo, il marito, il padre, l’amico, il cittadino, il politico che il egli è stato a Massafra per oltre mezzo secolo.
Studente liceale presso il Tito Livio di Martina Franca, fucina di ingegni e stimati professionisti locali, come molti suoi coetanei Franco Silvestri fu attratto e travolto dalla passione religiosa e sociale dell’allora parroco don Giovanni Nardelli, del quale il giovane Franco condivise sogni e visioni, impegno e sacrifici.
Entrato nelle fila della FUCI (Federazione Universitari Cattolici Italiani), si adoperò con ogni zelo per rendere consapevoli partecipi i giovani studenti e professionisti della città, in un paese che si rialzava dalla guerra.
Diede vita al teatro, al cineforum, ai dibattiti culturali e politici infervorando gli spiriti giovanili, che ne sposarono il progetto di aderire all’associazione Il 13 Maggio, una della prime scuole socio-politiche a Massafra, e all’impegno civico progettato con l’associazione La Torre e Il Ponte.
Laureatosi a Roma in Biologia, Franco Silvestri visse in pieno il Sessantotto, di cui ne condivise le ragioni e gli obiettivi che fece convogliare nel suo impegno sindacale scolastico, fondando la UIL a Taranto.
Attivista e attore di mille battaglie politiche, scelse di vivere la sua appartenenza religiosa dell’adolescenza nel Partito Socialista Italiano, convinto com’era che il Cristianesimo sia incarnato nel sociale, a promozione e vantaggio del bene comune.
Franco – ha detto don Michele – aveva il coraggio di denunciare apertamente, col megafono e dal balcone dell’aula consiliare, beghe, torti e soprusi della politica e dei politici di allora, e ciò gli costò fatica e salute; infatti, a motivo di un infarto fu costretto a ridimensionare il suo attivismo.
Fu consigliere in diverse amministrazioni, ricoprendo la carica di vice sindaco e di assessore alla cultura della città, ed alla promozione culturale Franco Silvestri ha votato il resto dei suoi giorni fondando numerose opere ed associazioni scio-culturali, tra cui il Corifeo, Calliope e Metamorfosi, centri e contesti di condivisione del pensiero e dell’agire sociale.
Biologo, analista, docente nelle Scuole Medie Manzoni ed Andria, scrittore, artista, politico, persona eclettica dall’intelligenza acuta e raffinata e dal tratto diretto, passionale e deciso travolgeva tutto e tutti coloro che incontrava sul suo cammino di vita.
Don Michele ha chiuso il suo messaggio ricordando questo aneddoto:
È stato appena domenica scorsa. Al termine della Messa ricevo un messaggio whatsapp; è Franco Silvestri e mi scrive: “Ciao don, è una mia iniziativa per sollevare d’animo mia sorella Maria che, come sai, dopo il vaccino si è fatta tre interminabili mesi a letto e in ospedale.
Martedì sera, intorno alle 20:30, a Metamorfosi, vogliamo stare con le persone a cui vogliamo bene e che ce ne vogliono, per ribadire che non siamo vicini solo in determinate occasioni, ma sempre: nel bene e nel male, perché quando si sta insieme la voglia di vivere aumenta.
Vorrei anche chiederti se fosse possibile celebrare la Messa per Elvira Mercoledì 6 Ottobre.
Attendo tue e, mi raccomando, ti aspetto!
È arrivato quel giorno ed era ieri.
Gli amici si sono riunti e c’è anche Maria. Franco li ha accolti col suo solito fare festoso ed è uscito a ritirare l’arrosto che aveva richiesto alla vicina macelleria del centro storico, aperta in giorno di chiusura per la circostanza.
Arriva con il vassoio che poggia sul tavolo: in viso è livido e ha la schiuma alle labbra. Lo depone, guarda tutti e con una sua battuta ricorrente dice: Prendete e mangiatene tutti.
Si accascia e muore.
È oggi il 6 ottobre, il giorno in cui, nella Messa, Franco aveva dato appuntamento alle sue amate figlie Mariangela, Gaia e Francesca, ai parenti e agli amici, dinanzi all’altare del Signore per incontrare la sua amata sposa: Elvira.
Care Mariangela, Gaia e Francesca, siate orgogliosi di quanto vostro padre è stato per voi e per la nostra Città… Ed è per la Città di Massafra che don Michele ha fatto un appello perché riscopra la bellezza del sogno e del genuino impegno politico nello spirito della comunione sociale, guardando alle generazioni future dalle quali un giorno saremo giudicati.
Al termine della Messa, a nome della famiglia, Gaia Silvestri, visibilmente commossa, ha ringraziato il Parroco e gli intervenuti per la corale dimostrazione d’affetto attestata con la presenza, soffermandosi sul luogo in cui suo padre ha esalato l’ultimo respiro e ha consegnato alla memoria della Città la sua ricca vita: “Metamorfosi, un passaggio di forma che lascia integra la sostanza. E’ questo, caro babbo che, con la tua testimonianza, ci hai insegnato a fare: a non temere il cambiamento, ma a entravi pienamente in esso per dominarlo ed indirizzarlo verso successo, passando per la trasformazione dal male al bene, dal dolore alla gioia… dalla vita all’eternità, passando per la morte. Oggi per te accade l’ultima di queste metamorfosi”.