Anni sessanta, Taranto è una città in espansione. La nascita dei quartieri periferici rischia di frammentare l’unitarietà non solo urbana, ma anche spirituale. Guglielmo Motolese (1910-2005) è un giovane prelato: intuisce l’esigenza di una nuova cattedrale, più ampia, accogliente e luminosa, dove poter radunare e incontrare i numerosi fedeli che sentono lontana “l’antica e veneranda Basilica” di San Cataldo.
Giovanni Ponti, detto Gio (1891–1979), è un celebre architetto e designer milanese, fra i più importanti del dopoguerra. Tra Motolese e Ponti si instaura una conoscenza che diventa racconto epistolare, subito operativo (come dimostrano le cospicue corrispondenze), frutto di proposte e suggerimenti volti a definire quello che diventerà “il sogno di una città, il sogno dei suoi cittadini e il sogno di Guglielmo e di Giovanni”.
Ponti, ormai ottantenne, sollecitato da Motolese, mette in atto la sua indiscussa professionalità per un incarico di alta responsabilità. Nel lungo processo creativo: “architettare una visione”, Ponti elabora numerose soluzioni ma solo tre saranno presentate al committente: il Tempio, la Nave e la Vela. Un percorso lungo e tormentato tra suggestioni e ripensamenti con momenti di sconforto e di esaltazione che lo accompagneranno dalla prima pietra alla forma finita della Concattedrale Gran Madre di Dio di Taranto.
Il 6 dicembre 1970, in una apposita cerimonia, la Concattedrale dei “due Mari” viene consacrata. Due giorni dopo, l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, viene celebrata la prima Messa.
Nel 2019, per commemorare il cinquantenario della Concattedrale, l’Arcidiocesi di Taranto, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto e il Dipartimento di Scienza dell’Ingegneria e dell’Architettura del Politecnico di Bari favoriscono una serie di iniziative. Tra queste, anche con una tesi di laurea in architettura dedicata, “La Concattedrale. Ponti a Taranto: Rilevare la forma, conservare la materia”. Composta da tre tomi e 71 tavole, viene realizzata da cinque giovani neo-architetti del Politecnico.
L’evento principale delle celebrazioni resta la mostra, “Gio Ponti e la Concattedrale di Taranto 1970-2020. Il sogno di una città, il sogno dei suoi cittadini e il sogno di Guglielmo e di Giovanni”.
La mostra, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, organizzata dall’Arcidiocesi Metropolitana di Taranto, dalla Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce e dal DICAR del Politecnico di Bari, d’intesa con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia, il CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, Gio Ponti Archives, l’Istituto di Studi Superiori Musicali “G. Paisiello” di Taranto, l’Associazione Chromophobia e Do.Co.Mo.Mo Italia, con il Comune di Taranto è stata inaugurata, martedì, 15 giugno, presso il Museo Diocesano di Taranto. Presente l’Arcivescovo metropolita di Taranto, Filippo Santoro. Per il Poliba, la prorettrice, prof. Loredana Ficarelli e il delegato per il territorio e l’architettura, prof. Carlo Moccia.
L’esposizione, allestita già dal dicembre 2020 e posticipata a causa delle misure di contenimento anti-Covid-19, sarà aperta al pubblico fino al 26 settembre 2021.
Nel percorso espositivo, curato da Fernando Errico, Gabriele Rossi (Politecnico di Bari), Francesco Simone, con Maria Piccarreta, la Concattedrale si svela al pubblico le fasi cruciali dell’iter progettuale: dal racconto epistolare con la committenza, ai disegni interlocutori, agli studi di dettaglio fino alla redazione degli elaborati esecutivi e l’avvio del cantiere.
La mostra, suddivisa in cinque sezioni tematiche e arricchita da supporti audio e video, conduce il visitatore alla comprensione graduale del processo ideativo, partendo dalla conoscenza dei due personaggi cardine dell’opera: Gio Ponti, esponente di spicco dell’architettura italiana del Novecento e Mons. Guglielmo Motolese, arcivescovo di Taranto e committente illuminato.
L’ultima sezione della mostra è dedicata agli aspetti cerimoniali: dall’inaugurazione, alla consacrazione fino alla celebrazione della prima messa l’8 dicembre del 1970. Le riprese video supportate dagli audio originali ampliano la percezione della magnificenza del progetto di Ponti evidente anche nel design della Concattedrale.
Il Museo Diocesano di Taranto, Vico I Seminario (centro storico), è aperto dal martedì alla domenica (chiuso il lunedì) secondo i seguenti orari: dal 16 giugno al 15 settembre 17:30-20:30; dal 16 settembre, 9:30-12:30 | 16:30-19:30.