Con 23.546 imprese agricole attive a conduzione femminile, la Puglia, in Italia, è seconda soltanto alla Sicilia (24.932) per numero di. aziende rosa nel comparto primario. A metterlo in evidenza è lo studio Aforisma per CIA Agricoltori Italiani della Puglia.
Nella classifica delle province, inoltre, la Puglia detiene il primato assoluto con Foggia, dove sono attive 8.490 realtà imprenditoriali agricole del gentil sesso. Molto positivo anche il dato delle altre province pugliesi: Bari e Bat, insieme, si attestano a quota 7.273, Taranto 3.211, Lecce 2667, Brindisi 1.905.
È la provincia di Lecce, però, quella che ha fatto segnare la crescita più significativa delle imprese attive guidate da donne negli ultimi 5 anni, con 167 in più tra il 2015 e il 2020.
In Puglia, dove il numero complessivo delle aziende agricole attive è pari a 77.020, quelle condotte da donne dunque rappresentano il 30,57% del totale.
LA STABILITA’ NONOSTANTE LA CRISI. «Il dato più significativo mi pare la capacità delle aziende femminili di dare continuità alla propria presenza sul mercato, nonostante gli ultimi anni siano stati molto difficili per il comparto agricolo in generale: rispetto al 2015, infatti, il numero delle imprese agricole attive condotte da donne, in Puglia, ha subito un decremento di sole 78 unità – ha spiegato Paola Deriu, responsabile pugliese di Donne in Campo Cia – Ora, però, con le opportunità del Recovery Plan, l’obiettivo è di tornare a crescere».
Sulla stessa lunghezza d’onda Emanuela Longo, direttrice provinciale di CIA Salento: «In provincia di Lecce, il numero delle realtà imprenditoriali del comparto primario a conduzione femminile è aumentato di 167 unità. Più in generale, in tutta la Puglia, grazie alle donne imprenditrici c’è stata una crescita anche qualitativa della multifunzionalità in agricoltura e un deciso avanzamento dal punto di vista dell’innovazione e dell’incremento del valore aggiunto soprattutto nelle filiere attinenti alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e all’integrazione tra agricoltura e turismo».
MENO PAROLE PIU’ FATTI. «Al Governo Draghi abbiamo chiesto che nel Recovery Plan trovino spazio misure per sostenere l’imprenditorialità e l’occupazione femminile anche e soprattutto nell’agricoltura, poiché questo significherebbe rivitalizzare anche le aree interne e intervenire con misure concrete di conciliazione famiglia-lavoro a partire dal rafforzamento della rete degli asili e delle scuole materne pubbliche» – ha aggiunto Deriu. «Su queste tematiche, sono necessarie misure di perequazione territoriale per elevare gli standard del Mezzogiorno a quelli del resto d’Italia, anche perché negli ultimi anni il Sud è stato fortemente penalizzato in quanto al Nord sono state riservate molte più risorse. Una misura da potenziare e riproporre anche nei prossimi anni, inoltre, è quella delle ‘Donne in campo’, già confermata nella legge di Bilancio 2021. È una grande opportunità per sostenere e incentivare la presenza delle donne in agricoltura, che in Italia resta uno dei comparti con la più alta percentuale di occupazione femminile».